
fuori orario
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Stanotte, è ancora l’ora dei tuoi occhi d’agnello calpestati, dei tuoi rendez-vous naufragati, delle tue rabbie incagliate tra infedeltà mai passate. È l’ora delle parole soffuse, dei silenzi tra bottiglie sfuse, dei fischi discreti del garzone, mentre cerca di sentirsi padrone, ripassando i sogni sul pavimento, in un tempo che ora gli scorre lento; Stanotte, come sedie, malinconie si sono rovesciate, in fila per due stanno trascurate. È l’ora della bocca che ride forte nei suoi cieli di morte; del tuo sguardo schiuso scivolato in un piacere in disuso. è l’ora della luna, della pioggia nella sfortuna, dei marciapiedi allagati, dei passi affrettati, dell’ inverno amaro: la nostra notte al riparo.